PROGETTO DI BONIFICA PARCO DELLE TORRI, SESTO SAN GIOVANNI – MILANO

LA SEDE MILANESE DI AMBIENTE SPA HA PARTECIPATO AL PROGETTO DI BONIFICA NELL’AMBITO DELLA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE URBANA: PARCO DELLE TORRI, SESTO SAN GIOVANNI (MI)

 

L’attività nell’area denominata “Parco delle Torri”, sita nel Comune di Sesto San Giovanni (MI), ha rappresentato un’esperienza di intervento di messa in sicurezza di un sito inserito in un’area fortemente urbanizzata e di rilevante passività ambientale. Come testimoniano le due fornaci presenti nelle aree limitrofe, esempi di archeologia industriale, si tratta di un’ex area di cava costituita da argille, adoperate fino alla seconda metà del secolo scorso per la produzione di laterizi. Durante gli anni ’60 e ’70 del Novecento in seguito alla dismissione delle cave, i volumi sono stati, probabilmente, colmati con rifiuti di varia natura, quali industriali e farmaceutici. Successivamente, nel decennio compreso tra gli anni ’70 e ’80 l’area è stata edificata con torri destinate all’edilizia economico-residenziale e con un parco urbano. L’edificazione è direttamente avvenuta sul cumulo di rifiuti senza alcun tipo di contenimento. In epoca recente, la realizzazione di opere infrastrutturali ha portato alla rinvenuta della massa dei rifiuti interrati. Ne è conseguito un iter ai sensi del dlg 152/06 art 242, con definizione dei volumi dei materiali interrati, della classificazione dei rifiuti e dei terreni inquinati dal punto di vista merceologico e chimico. Ambiente spa è stata incaricata per la progettazione della messa in sicurezza permanente e della bonifica dell’area.

  1. Linee guida del progetto

Il progetto è stato sviluppato considerando alcuni aspetti ritenuti inderogabili:

  • mantenere in essere gli edifici presenti nella loro piena funzionalità;
  • non mettere a rischio la staticità degli edifici;
  • rendere sempre funzionali le reti dei sottoservizi essenziali presenti (rete idrica, pozzi idrici, rete Enel BT/MT, stazione rilancio anello antincendio);
  • realizzare un intervento considerando la destinazione finale dell’area, ovvero un parco urbano con aree adibite alla ricreazione sportiva;
  • rispettare il budget definito dal finanziamento pubblico ministeriale per la riqualificazione del quartiere;
  • mantenere l’impatto dei lavori il più basso possibile considerando l’ubicazione interna ad un’area residenziale;
  • rispettare i limiti imposti dal gestore della rete fognaria in particolare per i flussi di acqua recapitabili in pubblica fognatura.

Di seguito, per ognuno dei punti testé citati verranno illustrate le problematiche emerse e le risoluzioni progettate.

  1. Mantenimento funzionalità degli edifici

L’area “Parco delle Torri” è un quartiere residenziale di edilizia popolare edificato negli anni ’70; è costituito da 8 complessi di edifici pubblici ad uso residenziale, per complessivi 24 edifici del tipo torre con altezze variabili tra i 6 ed i 12 piani, per un totale di 440 alloggi. Inoltre, nell’intorno del complesso sono presenti altri edifici e pubbliche funzioni quali: l’Istituto Comprensivo G. Pascoli (scuola materna ed elementare) con area verde a destinazione parco pubblico; oltre via Livorno aree a destinazione prevalentemente residenziale e verde a destinazione parco agricolo; oltre via Carlo Marx un quartiere a destinazione mista commerciale/residenziale con presenza di spazi verdi a destinazione parco.

Da quanto sopra, si evince la necessità di mantenere durante tutta la fase di realizzazione della messa in sicurezza la piena funzionalità degli edifici.

L’apertura di un cantiere unico su tutta l’area di Parco delle Torri avrebbe sicuramente impattato in modo negativo su tale aspetto.

La problematica è stata affrontata suddividendo l’area di bonifica in Lotti (suddivisi da A ad H) e applicando la bonifica per Fasi. A fronte di maggiori oneri di cantierizzazione (mobdemob da realizzarsi più volte) tale soluzione permette di discretizzare le superfici impiegate e di mantenere la viabilità, gli accessi e la funzionalità sia degli edifici che dei servizi annessi.

 

 

  1. Staticità edifici

Dalla pratica edilizia risalente agni inizi anni’70, messa a disposizione dall’Ufficio Tecnico del Comune di Sesto San Giovanni, si evince che trattasi di edifici caratterizzati da struttura a travi, pilastri e setti in calcestruzzo armato.

Gli edifici presentano tutti lo stesso schema strutturale, costituito da un nucleo centrale ospitante i vani scale e ascensori, e da un’intelaiatura perimetrale di telai a travi e pilastri.

Le fondazioni sono del tipo profondo, su pali di tipo Franki, gettati in opera entro un tubo-forma metallico, a fondo cieco, previamente infisso nel terreno, costituito da una base inferiore, espansa proporzionalmente alla compressibilità dello strato di terreno raggiunto, e da un fusto armato con un’apposita gabbia di ferro. I pali sono ammorsati in piastre e in travi in calcestruzzo armato, come da schema sotto riportato.

 

In considerazione di quanto sopra, l’intervento nel suo complesso, al fine di non ledere la staticità degli edifici, non prevede scavi se non di scotico superficiale per la realizzazione del piano di posa del sistema di capping e relativa rete di raccolta delle acque, ad eccezione del lotto G dove il ritrovamento di rifiuti pericolosi impone la necessità di procedere alla rimozione degli stessi.

In tal caso, la verifica strutturale ha evidenziato la compatibilità dell’intervento previo l’attuazione di alcune accortezze, quali:

  • scavo, a partire dall’area esterna all’ingombro delle fondazioni, estesa circa 1 m oltre il filo esterno dei pilastri perimetrali, per una profondità di m 0,50 ed una larghezza di cm 150;
  • approfondimento dello scavo, con scarpata a 45° sino ad una profondità massima di m 2,50 dalla quota +0,00 di riferimento;
  • riempimento dell’area scavata con materiale inerte di idonee caratteristiche idoneamente rullato e compattato, previa stesura di telo plastico impermeabile sul fondo;

come da schema sotto riportato.

Lo scavo finalizzato alla messa in sicurezza, da eseguirsi in prossimità di alcuni edifici, realizzato con le modalità sopra riportate, non influisce sulla capacità delle fondazioni di resistere ai carichi per i quali sono state dimensionate.

 

     

 

  1. Funzionalità reti

Nell’area in esame sono presenti numerosi reti interrate di sottoservizi, alcune delle quali saranno oggetto di dismissione nell’ambito della realizzazione degli interventi in quanto sostituite da nuove reti (es. impianto di illuminazione pubblica delle aree a parco, impianto di irrigazione), mentre altre dovranno essere preservate al fine di garantire la funzionalità delle stesse.

La progettazione degli interventi di riqualificazione ambientale dell’area ha tenuto conto di questa esigenza, a partire dalla scelta della messa in sicurezza permanente in luogo dello scavo di bonifica: in tale modo è stato possibile limitare le operazioni di scavo e, di conseguenza, le numerose interferenze con le linee interrate di sottoservizi che ne sarebbero derivate. Inoltre, la progettazione degli interventi di capping ha previsto soluzioni specifiche in funzione dell’area in esame e della tipologia di sottoservizio, quali:

  • in corrispondenza delle aree asfaltate (vialetti, parcheggi) l’intervento prevedrà il rifacimento della pavimentazione con posa di asfalto chiuso, garantendo in tale modo la preservazione dei pozzetti dei sottoservizi esistenti che non saranno oggetto di intervento.
  • in corrispondenza delle aree a verde, dove l’intervento di capping prevede la posa del pacchetto impermeabilizzante all’attuale quota di piano campagna con formazione di un rilevato con quota di progetto fino a +1m, si procederà alla messa in quota dei pozzetti con anelli di prolunga di idonee dimensioni per garantirne la funzionalità e l’accesso anche nella configurazione di progetto.
  • l’aumento del carico in corrispondenza delle linee interrate dovuto alla formazione del capping in rilevato è stato valutato con i diversi enti gestori dei sottoservizi e, nel caso, modulato opportunamente in maniera tale da garantire la compatibilità dell’intervento.
  • la presenza di locali tecnici interrati (quali cabine elettriche, cabine di derivazione del gas, pozzi idropotabili, etc.) verrà gestita mediante la pavimentazione ed interdizione delle aree, con mantenimento delle quote esistenti e limitando pertanto le interferenze con gli stessi;
  • laddove l’intervento risulti incompatibile con la presenza dei sottoservizi interrati, si procederà allo spostamento degli stessi in accordo con gli Enti gestori.
  1. Destinazione finale d’uso

L’intervento di riqualificazione ambientale in progetto avrà lo scopo di confinare i materiali contaminati e i rifiuti attualmente presenti nell’area, tenendo conto della destinazione d’uso finale del sito, ovvero quella di parco urbano con aree adibite alla ricreazione sportiva. All’interno di tale intervento è infatti prevista la realizzazione sia di aree a verde, sia di aree pavimentate destinate a parcheggi e strade interne e sia di aree giochi; tutte queste zone saranno servite e collegate tra loro tramite una rete di viabilità interna di nuova realizzazione, pedonale ed eventualmente, in casi particolari e specifici, carrabile.

Parte sostanziale dell’intervento è l’innalzamento della quota del piano campagna tramite la posa di uno spessore variabile di terreno di riempimento e, localmente, la posa di un pacchetto impermeabilizzante. Tale innalzamento ha portato dunque alla necessità di inserire dei raccordi quali gradini e rampe, che potessero permettere la completa fruibilità dell’area. Al fine di abbattere ogni tipo di barriera architettonica, tutte le rampe sono state progettate con pendenze conformi alla normativa vigente in materia (<8%). Tutto l’intervento è stato inoltre verificato dal punto di vista strutturale (opere di nuova realizzazione quali muri, recinzioni ecc, posa di spessori di terreno e relativo carico apportato, verifiche dei volumi di scavo), affinché l’intera zona potesse mantenere la sua attuale destinazione d’uso senza modifiche sostanziali al carico litostatico.

Si ricorda infatti che l’area Parco delle Torri è un complesso residenziale e, come tale, deve mantenere la sua funzionalità e deve essere garantito qualsiasi tipo di servizio ad esso connesso.

L’innalzamento della quota del piano campagna comporterà anche una differente gestione delle acque di infiltrazione e di ruscellamento che, tramite una rete di drenaggio progettata e realizzata all’interno del presente intervento, verranno convogliate presso un laghetto di nuova realizzazione, posto esternamente all’area di intervento.

Al termine dell’intervento di bonifica vero e proprio, saranno poi concretizzate tutte quelle attività di completamento e finitura, quali la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione, di una nuova rete di irrigazione e di tutti quei servizi utili al mantenimento della funzionalità dell’area.

 

 

  1. Budget

La scelta di realizzare una messa in sicurezza permanente dell’area in luogo di un intervento di bonifica con scavo e smaltimento dei rifiuti e dei terreni contaminati è stata dettata anche dalla necessità di rispettare il budget definito dal finanziamento pubblico ministeriale per la riqualificazione del quartiere.

Le indagini di caratterizzazione ambientale realizzate sull’area hanno mostrato la presenza di diverse criticità nel sottosuolo dell’area, quali la presenza di rifiuti, riporti non conformi e terreni contaminati, riscontrati in gran parte dei punti di indagine realizzati. In considerazione dell’estensione dell’area in esame (circa 75.000 mq) e delle profondità a cui è stata riscontrata la contaminazione (fino a 3m nell’area nord, fino a 6m nell’area sud), la realizzazione di una bonifica avrebbe implicato un impegno economico considerevole e non compatibile con i budget previsti, oltre alle ulteriori problematiche già affrontate negli altri paragrafi.

L’economicità dell’intervento è stata perseguita sia mediante l’impostazione progettuale di base (la messa in sicurezza permanente) sia mediante specifiche scelte progettuali atte a contenere il budget. In particolare, il progetto è stato impostato in maniera tale da minimizzare per quanto possibile i volumi di scavo (e, quindi, di smaltimento), che saranno limitati agli orizzonti più superficiali di suolo e saranno funzionali alla posa del pacchetto impermeabilizzante e degli elementi di drenaggio delle acque meteoriche. Inoltre, laddove possibile, si procederà al riutilizzo dei materiali scavati esternamente rispetto al perimetro del sito in bonifica per opere propedeutiche ed accessorie all’intervento, quali la realizzazione delle opere idrauliche a servizio degli interventi.

 

In merito a queste ultime, oggetto di approfondimento nell’ambito del progetto esecutivo dell’intervento, le scelte progettuali verteranno su soluzioni atte a minimizzare i costi di realizzazione e manutenzione, quali la realizzazione di bacini di laminazione superficiali e naturalizzati in luogo di vasche interrate, o la previsione di un sistema di adduzione e recapito delle acque per gravità senza la necessità di installare stazioni di rilancio.

 

 

  1. Impatto ambientale

La risoluzione dei possibili impatti sull’ambiente e sulla popolazione residente ha rappresentato una linea guida nelle scelte progettuali. In particolare, è stato considerato che lo scavo e lo smaltimento estensivo dei rifiuti e dei terreni contaminati fosse inapplicabile anche in conseguenza del possibile impatto conseguente in termini di polveri immesse in atmosfera, possibili odori, emissioni dovute ai numerosi mezzi transitanti, emissioni sonore dal cantiere.

La scelta progettuale della messa in sicurezza permanente permette di ridurre al minimo consentito l’impatto agendo sulla durata del cantiere e sulla sua invasività con riferimento a quanto testé descritto. L’asportazione dei rifiuti e dei terreni contaminati è limitata alle attività di scotico e allo scavo delle trincee per la posa della rete di collettamento delle acque.

Saranno applicati tutti i presidi classici per diminuire l’impatto delle attività di cantiere sulla popolazione: cannon fog per abbattimento polveri, copertura con teli per evitare sollevamento polveri ed odori e la percolazione delle acque, corretto stoccaggio e deposito rifiuti rimossi su aree impermeabilizzate, utilizzo di automezzi recenti e comunque correttamente manutenutati, stoccaggio sostanze pericolose per l’ambiente in appositi contenitori a tenuta, impianto lavaggio gomme in uscita degli automezzi dal cantiere e spazzatura periodica delle strade esterne al cantiere, blocco del cantiere durante le giornate particolarmente ventose.

Inoltre, verrà implementato un piano di monitoraggio ambientale sulle componenti rumore, vibrazione e qualità dell’aria durante tutte le fasi di cantiere.

 

 

  1. Gestione acque

La realizzazione di un intervento di capping con impermeabilizzazione di vaste aree in precedenza permeabili (aree verdi) comporta la necessità di gestire in maniera adeguata ed a norma di legge le acque meteoriche provenienti da tali superfici. Conformemente al Regolamento Regionale della Lombardia di n.7 del 23/11/2017 – Regolamento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell’invarianza idraulica ed idrologica, la gestione delle acque meteoriche in aree di nuova impermeabilizzazione deve prevedere, in ordine di priorità, l’infiltrazione delle stesse nel suolo o lo scarico in corso idrico superficiale. Tali soluzioni non sono perseguibili per l’area in esame in quanto:

  • l’area ricade in fascia di rispetto di due pozzi idropotabili, pertanto non è possibile procedere alla realizzazione di pozzi perdenti o trincee drenanti; inoltre, l’area è caratterizzata dalla presenza di terreni prevalentemente fini e poco permeabili, che renderebbero poco efficiente un sistema di infiltrazione in suolo che dovrebbe comunque prevedere importanti opere di rilancio per raggiungere aree idonee al di fuori del vincolo;
  • il corso d’acqua maggiormente prossimo all’area in esame (fiume Lambro) si trova ad una distanza di circa 750m dall’area in esame, escludendo pertanto la possibilità di prevedere il recapito delle acque nello stesso.

Le soluzioni adottate prevedranno lo scarico delle acque meteoriche in pubblica fognatura previa laminazione delle stesse nel rispetto dei limiti prescritti dal Regolamento Regionale per l’invarianza idraulica e idrologica. Le opere idrauliche saranno oggetto di progettazione di dettaglio nell’ambito del progetto esecutivo dell’intervento.

Con riferimento ai lotti C e D, per i quali è già stata completata la progettazione definitiva ed esecutiva, è prevista la realizzazione di una rete di drenaggio delle acque meteoriche con condotte interrate e canalette superficiali che recapitano le acque ad un bacino di superficiale rinaturalizzato di nuova realizzazione (laghetto) in cui avverrà la laminazione delle acque meteoriche prima dello scarico in pubblica fognatura.

 

 

La rete di drenaggio è stata strutturata con condotte a gravità, limitando per quanto possibile l’interramento delle stesse al fine di limitare i costi di intervento, senza prevedere manufatti di rilancio con stazioni di sollevamento fatta eccezione per il solo scarico in fognatura. Il bacino di laminazione prevede un minimo vitale di invaso con un sistema di compensazione automatica del livello idrico dovuto ai fenomeni di evaporazione mediante apporto da un pozzo di emungimento realizzato ad hoc.

 

 

 

Bibliografia

Dati scaricati dal Geoportale della Regione Lombardia.

Foglio 118 Milano del progetto CARG e relative note illustrative.

Jamiolkowski, M. “New developments in field and laboratory testing of soils,” State of the Art Report.” Proc. 11th Int. Conf. on SMFE. Vol. 1. 1985.

“Piano della caratterizzazione – rev 1 presso l’area denominata “Parco delle Torri” sita in Sesto San Giovanni” – Risultati delle Indagini del Piano di Caratterizzazione Ambientale redatto da Ambiente sc nel 2014.

Piano di Governo del Territorio del Comune di Sesto San Giovanni, relazione illustrativa e relative tavole (2012).

“Progetto di riqualificazione ambientale presso l’area “Parco delle Torri” nel Comune di Sesto San Giovanni a seguito delle risultanze della caratterizzazione” redatto da Ambiente sc nel 2016.

Schmertmann, John H. “Guidelines for cone penetration test: performance and design”. No. FHWA-TS-78-209. United States. Federal Highway Administration, 1978.

Skempton, A. W. “Standard penetration test procedures and the effects in sands of overburden pressure, relative density, particle size, ageing and overconsolidation.” Geotechnique 36.3 (1986): 425-447.