Ringraziamo la rivista Renewable Matter ed Emanuele Bompan per l’articolo dedicato alla certificazione
AFNOR XP X30-901 PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
che abbiamo curato per San Colombano Costruzioni Spa.
Di seguito riportiamo il testo completo dell’articolo
CERTIFICATA LA PRIMA AZIENDA ITALIANA CON LO STANDARD AFNOR XP X30-901 PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
È stata certificata da Bureau Veritas la prima azienda in Europa tramite lo standard francese AFNOR XP X30-901 per definire la gestione circolare di un’azienda. Ad ottenere il riconoscimento è stata la San Colombano Costruzioni Spa, un’azienda di Massa Carrara, specializzata in opere marittime, ristrutturazioni, nuove costruzioni. Fiore all’occhiello “circolare” è il progetto denominato “Scarto 0” dove la San Colombano Costruzioni è riuscita in meno di un anno a spostare, attraverso un processo di logistica intermodale del trasporto, camion più nave, 800 mila tonnellate di derivati dei materiali da taglio delle cave di marmo da Carrara per utilizzarlo per il riempimento a mare per la realizzazione uno dei più grandi terminal container del Mediterraneo, il Savona-Vado. Un processo, spiega l’azienda in un comunicato che “fornirà la base per altre gare pubbliche per la realizzazione di infrastrutture alle quali la San Colombano sta partecipando”
A seguire l’azienda durante il processo è stata ambiente spa, partner tecnico dell’azienda San Colombano e partner di Circularity (un’azienda del gruppo di cui fa parte questa testata). «La scelta di San Colombano Costruzioni di misurare la propria circolarità e di dotarsi di un sistema di gestione appositamente pensato per l’economia circolare apre per l’azienda nuovi orizzonti, introduce nuove leve competitive coerenti con uno sviluppo sostenibile ed incrementa i suoi vantaggi sul lungo periodo», commenta Patrizia Vianello, fondatrice di ambiente spa
AFNOR XP X30-901
Perché però dotarsi di una metrica e di uno standard come l’AFNOR XP X30-901? «L’economia circolare ha pochissime standardizzazioni e essa stessa ha una definizione vaga», spiega l’ing. David Giraldi, referente del Gruppo di Lavoro di Economia Circolare di ambiente spa. «Per questo noi lavoriamo attivamente per la standardizzazione di questa tematica. E’ un impegno dell’azienda dal 2017. Usiamo lo standard di circolarità inglese BS 8001 per fornire soluzioni pratiche per ottenere “vittorie rapide”, misurabili e attestabili con il report di circolarità realizzato da ambiente spa, e aiutare le organizzazioni a ripensare in modo olistico come gestire le risorse per ottenere benefici finanziari, ambientali e sociali; facciamo parte del Gruppo3 dell’ICESP (piattaforma Italiana della EU Circular Economy Platform), della commissione tecnica UNI 057 dedicata all’economia circolare, specchio nazionale della ISO/TC 323, la commissione dell’International Organization for Standardization, e ora siamo i primi ad implementare la AFNOR XP X30-901, uno standard francese per la gestione di un progetto di economia circolare, oggi nostro fiore all’occhiello».
La scelta della AFNOR però non è affatto casuale. La ISO/TC 323 infatti nasce proprio partendo dell’eccellente lavoro fatto da AFNOR, agenzia francese di certificazione e membro ISO con il suo, XP X30-901, Circular economy – Circular economy project management system – Requirements and guidelines. Quando è stato presentato il protocollo AFNOR ha riscosso talmente successo che subito è stata creta la commissione ISO 323. Secondo Catherine Chevauche, presidente del board ISO 323 «I membri del comitato concordano sulla necessità di agire ora per sviluppare gli standard in questo settore il più rapidamente possibile. Questo è particolarmente vero nei paesi in via di sviluppo, che hanno avuto la tendenza a sopportare il peso delle disuguaglianze di ricchezza e spreco nel mondo sviluppato». Un lavoro che ha preso dunque subito piede e che sta coinvolgendo esperti di 60 paesi, visti gli importanti interessi economici, in un processo che durerà circa sei anni.
«Per il momento però noi vogliamo impiegare attivamente questo sistema che si basa su una matrice che intreccia le tre dimensioni classiche della sostenibilità (ambiente, economia, società) con i 7 target di sviluppo dell’economia circolare (Approvvigionamenti sostenibili, Progettazione ecocompatibile, Simbiosi industriale, Economia dei servizi, Consumi responsabili, Estensione della vita utile di prodotto, Gestione efficiente dei prodotti e materiali). Nello specifico per San Colombano sono stati affrontati tre progetti specifici: riutilizzo di materiali di cava, riduzione delle emissioni nei propri cantieri edili e compensazione delle emissioni di gas climalteranti attraverso la piantumazione di una foresta in Amazzonia.
Tutte le aziende dunque possono utilizzare la AFNOR? «Se l’azienda vuole effettuare la transizione a modelli di produzione più circolari, lo standard Afnor è quello che fa al caso suo – continua Giraldi. Se invece intende misurare e comunicare ai propri stakeholders i risultati raggiunti, proponiamo il report di circolarità». Per ogni tipologia di necessità dunque ci sono sempre più soluzioni a disposizione. Da metriche quali-quantitative generiche come quella della Ellen MacArthur Foundation (gli indicatori Circulitycs) a linee guida come la BS 8001 e modelli di gestione come quello proposto da AFNOR, fino ai classici report di circolarità o ai piani di transizione circolare, meno numerici ma molto efficienti secondo gli esperti di teoria del cambiamento aziendale. «Stiamo curando la certificazione AFNOR XP X30-901 per altri clienti. Vista la possibilità di integrazione anche con altri standard, come l’ISO 14001, prevediamo ci sarà un rapido aumento di richieste». Ad un recente webinar di ambiente spa hanno preso parte quasi 200 persone per avere informazioni sulla AFNOR XP X30-901. Tanto interesse per il risparmio aziendale, per il posizionamento sul mercato ma anche per il grande interesse delle banche e della finanza a questo tipo di certificazioni. Per accedere a credito dedicato(come il Plafond per l’economia circolare di Intesa San Paolo) o a bandi specifici viene sempre di più chiesto di fornire certificazioni verificate. Persino nel green procurement: per vincere un bando di gara pubblico o privato una certificazione di questo tipo può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.
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