Il decreto ridisegna il quadro normativo italiano in materia di gestione dei rifiuti, andando tra l’altro a modificare in maniera sostanziale la parte IV del decreto legislativo 152 del 2006, il cosiddetto Testo unico ambientale. Una rivoluzione alla quale saranno tenuti ad adeguarsi tutti i soggetti pubblici e privati che producono, raccolgono, trasportano e gestiscono rifiuti. Cambiano molte delle definizioni, a partire da quella di “rifiuto urbano”, così come cambiano le discipline di legge relative al deposito temporaneo, alla classificazione, ai criteri di ammissibilità in discarica dei rifiuti. Ma cambia anche il ruolo dei produttori di beni di consumo, con un rafforzamento dell’istituto della responsabilità estesa, tra i principi cardine dell’impalcatura normativa disegnata dall’Ue e oggi entrata definitivamente nell’ordinamento italiano.
Il decreto legislativo che recepisce due delle direttive contenute nel pacchetto di misure approvato dall’Ue nel giugno 2018: quelle su rifiuti e imballaggi. Quattro i testi ratificati in via definitiva dal governo lo scorso 3 settembre: oltre a quello pubblicato oggi, sono in attesa di finire in Gazzetta quelli su pile e accumulatori e Raee; veicoli a fine vita; discariche. Quattro provvedimenti per affrontare la sfida della transizione verso un modello circolare di sviluppo economico, basato sulla riduzione degli scarti e sul recupero di risorse dai rifiuti, secondo i dettami dell’Ue. Nello specifico, si chiede all’Italia, tra l’altro, di raggiungere entro il 2025 il 55% di riciclo dei rifiuti urbani, mentre già nel 2030 per i soli imballaggi bisognerà aver raggiunto complessivamente il 70%. Quanto ai conferimenti in discarica, entro il 2035 il tetto massimo dovrà essere del 10%, mentre a partire dal 2023 la raccolta differenziata dei rifiuti organici diventerà obbligatoria.
Per maggiori informazioni clicca qui
Scarica il Decreto-Legislativo-3-settembre-2020-n.-116 EC.Circ. rifiuti e imballaggi